Eddie
Irvine L’irlandese senza paura
Il debutto di Eddie Irvine in F1 è contrassegnato da un episodio che tutti ricordano. Alla prima gara, a Suzuka, in Giappone, si piazza al sesto posto e conquista il suo primo punto.
Ma in corsa si esibisce in sorpassi azzardati, non ha timori reverenziali neppure nei confronti di Damon Hill e Ayrton Senna. Pur essendo staccato di un giro, supera all’esterno il brasiliano per sdoppiarsi, e lo manda su tutte le furie.
Senna vince ma alla fine va ai box dell’irlandese e l’episodio si conclude con una lite. Irvine non si impressiona: ha un carattere solido, è un pilota disincantato che pensa in concreto. Il padre, commerciante di automobili, lo spinge alle corse.
Nel 1983, a 18 anni, Eddie è in Formula Ford, quattro stagioni dopo è campione britannico. Diventa un giramondo dei motori. Dalla F3000 (con due stagioni in Giappone) alla 24 Ore di Le Mans, dove con una Toyota stabilisce un record sul giro. Il costruttore Jordan diventa il suo trampolino di lancio e Irvine, pur con una vettura non molto competitiva, fa ancora vedere doti di combattente.
Nel 1996 raggiunge la Ferrari per fare la spalla a Schumacher. Il suo compito è preciso e l’irlandese lo svolge con diligenza. Prende punti per la Scuderia, sale diverse volte sul podio, lavora nei test. Una garanzia. E’ nel 1999 che conquista la sua prima vittoria, sul circuito di Melbourne in Australia. Dopo l’incidente di Schumacher a Silverstone le speranze mondiali della Ferrari ricadono su di lui. Vincerà altre 3 gare (Germania, Austria e Malesia) e salirà molte volte sul podio, ciò non basterà per portalo alla conquista del casco iridato ma i suoi successi saranno decisivi per la conquista del campionato marche da parte della Scuderia di Maranello. Dal 2000 è alla Jaguar-Ford.
Fonte: "I cinquant' anni della Ferrari"
(La Stampa)
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