Giancarlo
Baghetti Corridore gentiluomo
Pilota e gentiluomo. Stabilisce, unico con Nino Farina, un record che non si può battere: vincere al debutto nel Mondiale di F1. A dire il vero, Baghetti non è alla sua prima affermazione.
Prima del sucesso di Reims si è imposto nelle corse di Siracusa e Napoli, non valide per il titolo. Di famiglia benestante, Giancarlo si avvia alle corse ventiduene con un’Alfa Romeo nel 1956.
Passa di vittoria in vittoria, dalle gare in salita alle prove di regolarità, sino a piazzarsi secondo nella Mille Miglia. La svolta arriva nel 1959. Nella Formula Junior si aggiudica la Coppa Fisa, battendo tutti i migliori italiani fra i quali Bandini. Questo successo gli offre la possibilità di guidare una Ferrari della Federazione messa a disposizione dal costruttore modenese. Si allena a lungo e inizia il ’61 con un 2° posto a Sebring dietro a P.Hill nei prototipi. Poi irrompe in Formula 1, nelle corse nazionali, frequentate però da piloti come Gurney, Bonnier, Brabham, Clark.
Vince due volte, in Sicilia e in Campania. E si ripete con il GP di Reims. Sembra avviato a una carriera brillantissima ma incappa in un ’62 nero della Ferrari. Passa all’ATS senza risultati e per lui comincia il declino. Si ritira nel ’68, ma continua a frequentare il mondo dei motori come apprezzato fotografo e giornalista. Muore per un tumore a 60 anni
Fonte: "I cinquant' anni della Ferrari"
(La Stampa)
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