Michele
Alboreto Pilota di bello stile
Michele Alboreto è un giovane magazziniere che ama le corse. E talora i sogni si realizzano: con l’aiuto di amici debutta in F3 nel 1979 e nell’80 è già campione europeo.
Nel 1981 ragginge la Minardi in F2 e vince a Misano. Tyrrell gli fa firmare un contratto triennale. Michele lo ripaga aggiudicandosi due gare “impossibili” a Las Vegas e a Detroit nel 1982 e nel 1983: batte con una vettura a motore aspirato i rivali sulle ben più potenti “turbo”.
"Sono note le mie simpatie per Michele Alboreto. E’ un giovane che guida tanto bene, pochi errori. E’ veloce, di bello stile: doti che mi rammentano Von Trips, al quale Alboreto somiglia anche nel tratto educato e serio.Oggi ha la certezza che è tra i migliori in F1”.
Così scrive Enzo Ferrari in un suo libro. Logico che dalla stagione ’84 il milanese salga su una rossa, primo italiano dopo Merzario, a 11 anni di distanza. Alboreto conferma il suo valore vincendo in Belgio, e l’anno dopo lotta a lungo per il titolo. E’ costretto a cedere per i continui problemi di affidabilità della 156-85.
La sua parabola alla Ferrari si conclude nell’87. Poi corre per diverse squadre ma senza risultati all’altezza delle sue capacità. Lui non si scoraggia, continua a guidare, sino a vincere nel ’97 la 24 Ore di Le Mans con una Porsche.
Fonte: "I cinquant' anni della Ferrari"
(La Stampa)
|