Non c’è bisogno di presentazioni: la Ferrari è l’unica scuderia di Formula 1 ad avere partecipato a tutte le edizioni del campionato del mondo, a partire dalla sua creazione del 1950, ed è stato per molti anni l’unico team a costruire in proprio telaio, motore, cambio e sospensioni. Il suo palmares è ricco di soddisfazioni: 12 titoli mondiali piloti e 12 costruttori, 159 vittorie e 158 pole positions in 670 Gran Premi all’attivo. Nata come squadra corse ufficiale Alfa Romeo nel 1929, si staccò poco prima della Seconda Guerra Mondiale dalla casa del quadrifoglio. La guerra interruppe l’attività corse di Enzo Ferrari, e non fu fino al 1948 che debuttò una vettura Ferrari su un circuito. Il celeberrimo marchio del Cavallino Rampante, donatogli dai genitori dell’aviatore Francesco Baracca, che lo portava sulla sua carena, e posto dal Drake su fondo giallo, il colore della città di Modena, appariva già su quella vettura, e non ha mai smesso di comparire sulle vetture di Maranello fino ai giorni nostri. Una storia costellata di successi, a cui si fondono, a partire dal 1996, i successi del suo attuale pilota di punta, il tedesco Michael Schumacher. La continuità è la caratteristica vincente del team Ferrari degli ultimi anni: continuità nei piloti, Schumacher e Barrichello, nelle gomme Bridgestone, nello staff: il direttore della gestione sportiva Jean Todt, in Ferrari dal 1993, il direttore tecnico Ross Brawn, dal 1996, il capo progettista Rory Byrne, anch’egli al cavallino dal 1996, e il responsabile dei motori Paolo Martinelli, che a Maranello ci è cresciuto fin dal 1978. È stata questa squadra a progettare le ultime imbattibili monoposto campioni del mondo: la F2001, la F2002, fino ad arrivare alla neonata e già promettente F2003-GA, equipaggiata con il nuovo e rombante motore 052.
Fabrizio Corgnati per F1grandprix.it
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