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Michael Schumacher
Data di nascita : 3 Gennaio 1969
Luogo di nascita : Hürth-Hermühlheim
Situazione familiare : Sposato con Corinna, 2 figli
Altezza : 174 cm
Peso : 75 kg
Vittorie : 64
Punti : 945
Gran Premi disputati : 179
Pole Position : 50
Podi : 114
Debutto nei GP : 1991 (Spa)
Miglior risultato : 1
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STORICO |
1984 :Junior Kart Champion of Germany.
1985 :Junior Kart Champion of Germany, participates to the World Championships.
1986 :Karting Germany, 3rd / Karting Europe, 3rd.
1987 :German and European Kart Champion.
1988 :Formula Koenig Champion / FF1600 Europe, 2nd / FF1600 Germany, 6th.
1989 :Formula 3 Germany, 3rd.
1990 :Prototypes, 5th with 21 points / F3 Champion Germany.
1991 :Prototypes, 9th, 43 points / Jordan (1 race) and Benetton, 12th, 4 points.
1992 :Formula 1 (Benetton), 3rd with 53 points.
1993 :Formula 1 (Benetton), 4th with 52 points.
1994 :Formula 1 (Benetton), World Champion with 92 points.
1995 :Formula 1 (Benetton), World champion with 102 points.
1996 :Formula 1 (Ferrari), 3rd with 59 points.
1997 :Formula 1 (Ferrari), 2nd with 78 points.
1998 :Formula 1 (Ferrari), 2nd with 86 points.
1999 :Formula 1 (Ferrari), 5th with 44 points.
2000 :Formula 1 (Ferrari), World champion with 108 points.
2001 :Formula 1 (Ferrari), World champion with 123 points.
2002 : Formula 1 (Ferrari), World champion with 144 points. |
PROFILO |
Michael Schumacher nasce il 3 gennaio 1969 a Huerth-Hermulheim. I suoi genitori sono il muratore Rolf ed Elisabeth Schumacher. Il padre Rolf lo porta nei weekend a vedere la pista di Manheim, e gli costruisce il primo kart per i suoi quattro anni con il motore di una falciatrice. Il piccolo Michael inizia a fare sul serio. Finanziato dall’amico di famiglia Gerd Noack, presidente del kartodromo, è campione dell’Europa Motodrom Club a soli sei anni. Nel frattempo Michael, dopo la scuola, lavora come apprendista meccanico presso il garage Bergemeister, anche se il venerdì è impegnato spesso con le sue gare. Impressiona subito il ricco importatore di Lamborghini Gustav Hoecker, che sovvenziona nel 1988 la prima stagione di Michael sulle monoposto in Formula Koenig, dove diventa campione tedesco, e Formula Ford, con cui è secondo nell’europeo. Allora entra in scena Willi Weber, titolare di una squadra di Formula 3 in Germania. Chiede informazioni in giro e il responsabile della Mercedes AMG Domingos Piedade gli dice: «Credo che questo sia il ragazzino che fa al caso tuo. Così nel 1989 passa alla Formula 3, dove viene battuto solo da Karl Wendlinger. La sua ascesa è fulminante. Viene prescelto dal programma “giovani talenti” della Mercedes Motorsport nel 1990, e corre a Le Mans e nel campionato mondiale Sport nel team Sauber. Nel 1991, la grande occasione. Bertrand Gachot, pilota belga condannato alla prigione per aver assalito il tassista Eric Court con una bomboletta di gas, lascia libero un sedile alla Jordan. Il boss della scuderia irlandese, Eddie Jordan, gli dà la prima chance, e Michael lo ripaga. Il suo primo approccio con le Formula 1 in gara, dopo un solo breve test a Silverstone, è nel GP del Belgio 1991: sopravanza in qualifica di 4 posti il suo primo compagno di squadra Andrea De Cesaris. In gara si ritira, ma ormai è stato notato dal boss della Benetton, Flavio Briatore, che lo strappò alla Jordan. Senza scrupoli Briatore licenzia il suo pilota Roberto Moreno per far posto a Schumi. Il nuovo arrivato mette subito pressione al compagno Nelson Piquet. Il resto è storia: i due titoli mondiali con la Benetton nel ‘94 e nel ’95, la chiamata dalla Ferrari nel 1996 per risollevare la scuderia, le alterne fortune e poi di nuovo i mondiali nel 2000, 2001 e 2002. Sicuramente non è un personaggio simpatico e porta il fardello di essere la star della Formula 1 attuale e uno dei migliori piloti di tutti i tempi, oltre che il più pagato di tutti. Motivazioni sufficienti per far borbottare che per queste ragioni un pilota, un uomo dovrebbe comportarsi diversamente, parlare in italiano, essere più disponibile alla stampa. Ma chi ha detto che un campione debba essere necessariamente simpatico?
Fabrizio Corgnati per F1grandprix.it
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